Pasqule Orlando segreteraio nazionale della FAP ACLI e stato in Terra Santa per partecipare, insieme ad una delegazione delle ACLI guidata dal presidente Andrea Olivero, all'inaugurazione, del 1° maggio, di una statua in marmo alta tre metri di Giovanni Paolo II, relizzata da un artigiano palestinese in occasione della sua beatificazione.
Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani hanno celebrato infatti in Terra Santa, con la Fondazione Giovanni Paolo II e la comunità cristiana palestinese, la concomitanza della beatificazione con la Festa dei lavoratori.
Nella Casa della Pace di Betlemme (Hebron Street, 475), sede della scuola di formazione professionale inaugurata lo scorso 1° maggio, le Acli hanno festeggiato insieme il “Papa del dialogo” e il “Papa del lavoro”.
IL Presidente Andrea Olivero ha spiegato che l’annuncio della beatificazione di Giovanni Paolo II a Roma, il 1° maggio, e stato accolto dalle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani come «una felice e bellissima coincidenza». La scelta della data risponde ad una precisa motivazione liturgica. Il 1° maggio cade infatti la Domenica in Albis, cioè la prima domenica successiva alla Pasqua, nella quale lo stesso Papa Wojtyla aveva istituito la Festa della Divina Misericordia. Ma il primo maggio è anche la festa internazionale dei lavoratori, “festa cristiana” dal 1955, da quando Pio XII, proprio ricevendo le Acli, istituì per questo giorno la festa liturgica di S. Giuseppe artigiano.
Per un’associazione di lavoratori cristiani non può che essere una coincidenza bellissima. «Una coincidenza ancora più significativa perché capita nel trentennale della “Laborem exercens”, l’enciclica scritta da Giovanni Paolo II nel 1981, vera pietra miliare per la dottrina sociale della Chiesa rispetto alla tematica del lavoro, in cui viene solennemente affermato che è l’uomo il metro della dignità del lavoro, subordinando il capitale e la logica del mercato alla dignità della persona. Sappiamo tutti, e lo vediamo ancora in queste ore con le vicende legate allo stabilimento Mirafiori della Fiat e nelle tante vertenze campane a partire da Fincantieri, come questi principi siano ancora attualissimi e chiamano tutti ad una grande responsabilità».
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