mercoledì 5 giugno 2013

Orlando: Abbiamo già dato. Istat, più di un pensionato su otto con meno di 500 euro al mese

Sono settimane decisive per il futuro dell’economia e del welfare italiano. Con l’Italia appena uscita dalla procedura di infrazione della Commissione europea a causa del deficit eccessivo, si aprono davvero spiragli per intervenire con più ricorse e decisione sul comparto più martoriato dalla terapia shock del governo Monti e del rigore economico di ispirazione comunitaria? 


I pensionati hanno già dato e attendono la restituzione del maltolto tra mancate rivalutazioni e diminuzioni di fatto - afferma Pasquale Orlando, segretario nazionale della FAP ACLI - il governo non si inventasse nuove penalizzazioni con l'idea della staffetta generazionale che si può fare con incentivi e non con ulteriori tagli.

Diminuisce il numero dei pensionati. Ma più di un pensionato su otto percepisce meno di 500 euro al mese. Il dato arriva dall'Istat che rende noto come nel 2011 i pensionati siano 16,7 milioni, circa 38 mila in meno rispetto al 2010. In media ognuno di essi percepisce (tenuto conto che, in alcuni casi, uno stesso pensionato può contare anche su più di una pensione) 15.957 euro all'anno, 486 euro in più del 2010.

Il dato che però risalta è come nel 2011 quasi la metà dei pensionati, circa 7,4 milioni, il 44,1% del totale, abbia ricevuto redditi da pensione per un importo mensile inferiore a 1.000 euro. Per 2,2 milioni (il 13,3%) le prestazioni non superano i 500 euro. Per quanto riguarda l'età, il 27,8% dei pensionati nel 2011 aveva meno di 65 anni, il 49,2% aveva un'età compresa tra 65 e 79 anni, il 23% ne aveva più di 80. Le donne rappresentavano nel 2011 il 52,9% dei pensionati e percepivano assegni di importo medio pari a 13.228 euro, contro i 19.022 euro degli uomini. 

Non solo. Oltre la metà delle donne (53,4%) riceveva meno di mille euro al mese, a fronte di circa un terzo (33,6%) degli uomini. Nel 2011 la spesa pensionistica totale è cresciuta su base annua del 2,9% a 265,963 miliardi di euro. Un incremento dovuto all'aumento dell'importo medio delle prestazioni erogate, pari al 3,2%. Le pensioni di vecchiaia assorbono il 71,6% della spesa pensionistica totale, quelle ai superstiti il 14,7%, quelle di invalidità il 4,2%.

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