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domenica 30 giugno 2013

Anziani e giovani della Fap Acli da Papa Francesco

Papa Francesco: "Benedetto XVI
ci ha dato un grande esempio"


Il Papa Francesco ha esaltato le qualità morali del predecessore: "Ha seguito con grande senso di discernimento e coraggio la sua coscienza, cioè la volontà di Dio che parlava al suo cuore". E dopo l'Angelus, tutti incentrato sul primato della coscienza, ha ricordato che “oggi in Italia si celebra la Giornata della carità del Papa”

Papa Francesco (Ap/Lapresse)
Papa Francesco (Ap/Lapresse)

CdV, 30 giugno 2013 - “Benedetto XVI ci ha dato un grande esempio quando il Signore gli ha fatto capire, nella preghiera, quale era il passo che doveva compiere”. Con queste parole il nuovo Papa ha esaltato all’Angelus le qualità morali del suo predecessore, che “ha seguito con grande senso di discernimento e coraggio - ha scandito Francesco - la sua coscienza, cioè la volontà di Dio che parlava al suo cuore”. “Un esempio meraviglioso - ha spiegato - di cosa vuol dire seguire la volontà di Gesù nella coscienza”. “L’esempio del nostro padre - ha ripetuto - che ci fa bene, fa bene a ciascuno di noi seguirlo”.
Il Pontefice - eletto in seguito alla scelta dell’86enne Joseph Ratzinger che, sentendo venir meno le forze fisiche e d’animo ha voluto rinunciare al Ministero Petrino per il bene della Chiesa - già il 16 marzo riconobbe pubblicamente, era la sua prima udienza, l’azione dello Spirito Santo nella decisione di “Papa Benedetto”, come lo ha chiamato anche oggi.
La sua meditazione all’Angelus è stata tutta incentrata sul primato della coscienza. E si è conclusa con un’invocazione alla Vergine che “con grande semplicità, ascoltava e meditava nell’intimo di se stessa la Parola di Dio”. “Ci aiuti Maria - ha pregato Francesco - a diventare sempre più uomini e donne di coscienza, capaci di ascoltare la voce di Dio e di seguirla con decisione”.
IMPARARE AD ASCOLTARE LA NOSTRA COSCIENZA - Nel Vangelo di Luca, “Gesù dice ai suoi discepoli, incaricati di precederlo sulla via verso Gerusalemme per annunciare il suo passaggio, di non imporre nulla: se non troveranno disponibilità ad accoglierlo, si proceda oltre, si vada avanti”. Lo ha ricordato Papa Francesco nella breve riflessione che ha preceduto l’Angelus.
“Tutto questo - ha sottolineato - ci fa pensare. Ci dice, ad esempio, l’importanza che, anche per Gesù, ha avuto la coscienza: l’ascoltare nel suo cuore la voce del Padre e seguirla. Così - ha concluso il Pontefice - anche noi: dobbiamo imparare ad ascoltare di più la nostra coscienza. Ma attenzione! Questo non significa seguire il proprio io, fare quello che mi interessa, che mi conviene, che mi piace... Non è questo!”.
GESU' NON ERA TELECOMANDATO - “Gesù, nella sua esistenza terrena, non era, per così dire, telecomandato”. Papa Francesco ha voluto chiarirlo nella riflessione proposta oggi ai 60 mila fedeli di piazza San Pietro, dedicata al primato della coscienza del quale il Signore stesso - con il suo Sacrificio - rappresenta il primo esempio. “Gesù - ha spiegato - a noi cristiani ci vuole liberi come lui, non cristiani egoisti che seguono il proprio io, telecomandati che cercano un collegamento con un altro. Se non segue Dio nella propria coscienza un uomo non è libero”.
“La coscienza - ha spiegato il Papa - è lo spazio interiore dell’ascolto della verità, del bene, dell’ascolto di Dio; è il luogo interiore della mia relazione con Lui, che parla al mio cuore e mi aiuta a discernere, a comprendere la strada che devo percorrere, e una volta presa la decisione, ad andare avanti, a rimanere fedele”.
Il Vangelo di oggi, ha ricordato il Papa, descrive “la ferma decisione di salire a Gerusalemme per l’ultima volta; una decisione presa nella sua coscienza, ma non da solo: insieme al Padre, in piena unione con Lui”. Per Francesco, “Gesù ha deciso in obbedienza al Padre, in ascolto profondo, intimo della sua volontà. E per questo la decisione era ferma, perché presa insieme con il Padre. E nel Padre Gesù trovava la forza e la luce per il suo cammino”.
“II Vangelo - ha osservato Papa Bergoglio - mostra un passaggio molto importante nella vita di Cristo: Gerusalemme è la meta finale, dove Gesù, nella sua ultima Pasqua, deve morire e risorgere, e così portare a compimento la sua missione di salvezza”. “Dopo quella ferma decisione - infatti - punta dritto al traguardo, e anche alle persone che incontra e che gli chiedono di seguirlo, dice chiaramente quali sono le condizioni: non avere una dimora stabile; sapersi distaccare dagli affetti familiari; non cedere alla nostalgia del passato”.
IL PAPA RINGRAZIA I VESCOVI - Papa Francesco ha voluto pubblicamente “ringraziare i vescovi italiani e tutte le parrocchie, specialmente le più povere, per le preghiere e le offerte che sostengono tante iniziative pastorali e caritative del Successore di Pietro in ogni parte del mondo”. Lo ha fatto dopo la preghiera dell’Angelus, ricordando che “oggi in Italia si celebra la Giornata della carità del Papa”. “Grazie a tutti!”, ha poi ripetuto prima di salutare i 60 mila fedeli presenti in piazza San Pietro, augurando loro “Buona domenica e buon pranzo”.

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