DAL DIARIO DI ANNE FRANK PER NON DIMENTICARE
I brani che seguono concludono una delle ultime lettere che Anne Frank invia a Kitty, un’amica immaginaria, dall’alloggio segreto di Prinsengracht 263 –1016 GV Amsterdam, dove restò nascosta con la propria famiglia ed altri amici, dal Luglio del 1942 sino al 4 Agosto del 1944 [due anni e trenta giorni], per sfuggire alla barbarie dei nazisti tedeschi e dei loro complici olandesi. Della lunga lettera ho scelto queste righe, scritte da Anna venti giorni prima di essere deportata nei campi di sterminio, perché contengono parole, ad un tempo di disperazione e di speranza, che tutti dovremmo poter condividere, ‘negazionisti’ compresi:
“Ecco cos’è difficile in quest’epoca: gli ideali, i sogni e le belle aspettative non fanno neppure in tempo a nascere che già vengono colpiti e completamente devastati dalla realtà più crudele. È molto strano che io non abbia abbandonato tutti i miei sogni perché sembrano assurdi e irrealizzabili. Invece me li tengo stretti, nonostante tutto, perché credo tuttora all’intima bontà dell’uomo.
Mi è proprio impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria e della confusione. Vedo che il mondo lentamente si trasforma in un deserto, sento sempre più forte il rombo che si avvicina, che ucciderà anche noi, sono partecipe del dolore di milioni di persone, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto tornerà a volgersi al bene, che anche questa durezza spietata finirà, e che nel mondo torneranno tranquillità e pace.” [Anne Frank,Diario, ed.it.,Einaudi,Torino,1993, p.293]
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